In particolare queste erano le uova di Spiedina, un nome un perchè. E se con loro magari non ci parliamo, di sicuro sono galline molto fortunate, tra le poche che, come le precedenti Bolllita, Arrosta, Dada, Broda, Lessi, raggiungeranno la media di 16 anni di vita (eh si, una gallina vive circa come un cane o un gatto), vivendo tra l'altro felici, ruspando per terra, mangiando lombrichi, avendo lo spazio di sbattere le ali, facendo coccodè quando depongono le uova e mangiando ogni singolo fiore del giardino, con grande gioia di mia mamma.
E che dire, ingredienti buoni e amore nel fare le cose non possono che dare i loro frutti!
Per quanto vi è possibile comprate uova di galline allevate all'aperto, o per lo meno a terra.
250g farina
25g fecola
90g burro
75g zucchero velo
3 cucchiai di panna
1 tuorlo
1/2 cucchiaino di lievito
sale, vaniglia
Impastare velocemente con la punta delle dita (per non scaldare troppo l'impasto) il burro, la farina, la fecola, il sale ed il lievito. Aggiungere poi lo zucchero a velo ed infine la vaniglia, il tuorlo e la panna. L'impasto sembrerà un po' secco ma impastando bene il burro diventerà morbido con il calore delle mani e alla fine l'impasto sarà compatto. Fare riposare 2 ore in frigo poi stendere la pasta abbastanza spessa, tagliarla con un coppapasta tondo e fare un buco al centro con il retro di una bocchetta per sac à poche.
Cuocere a 170°-180° finchè saranno dorati (circa 25 minuti).
Se raddoppiate le dosi invece di due tuorli mettete un uovo intero.